La mostra di Juergen Teller a Palazzo Reale ha il considerevole pregio di essere gratuita, e per questo bisogna congratularsi con gli organizzatori. Il visitatore è, tuttavia, costretto a pagare il prezzo intellettuale di un allestimento approssimativo di un artista pur molto significativo. Se, infatti, la selezione dei lavori è molto accurata e testimonia la eterogeneità degli spunti e dei temi dell’artista –dal paesaggio al ritratto alla narrazione fotografica, molti altri aspetti dell’esposizione lasciano molto a desiderare. In primis la scelta, economica certo, e forse mascherata dietro false pretese di post-poverismo, di appendere le foto con solo delle mollette metalliche sulle magnifiche tappezzerie damascate di Palazzo Reale: un contrasto stridente che non si armonizza in nessuna sala, a parte quella in cui c’è Louis XV No.9, cosa che ho dovuto desumere dalle ricerche su internet (poichè manca ogni tipo di indicazione o di targhetta alle pareti), e quella in cui c’è un bell’effetto tra lo specchio di una delle stupende sale e l’acqua in cui è distesa una modella ritratta, di cui non riesco a ritrovare il titolo. Ora, io capisco che questa non sia la mostra di Picasso e che sia, magari –ma non credo–, frequentata dai soli addetti ai lavori, ma è mai possibile esibire dei lavori senza nemmeno dare l’informazione del titolo, come se ci si trovasse di fronte al Giuramento degli Orazi, che si suppone che tutti conoscano? Ancor più tragica è la bacheca in cui è esposto un foto-racconto, in cui molte foto sono accompagnate da un brano di testo, che si ricompone nella sua totalità leggendo in sequenza le diverse fotografie: peccato che due fotografie siano invertite. Non è certo una tragedia, ma il fatto rende perfettamente conto della faciloneria con cui è stata allestita questa mostra, che, nonostante il grande nome della curatela che la accompagna (Francesco Bonami), che si fa notare nei suoi tratti salienti, è un perfetto esempio di quanta poca attenzione spesso si dedichi, in un Palazzo Reale ormai esausto, alla qualità degli allestimenti. Continua a leggere